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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 131
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originale
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131 Vide igitur, ne, etiamsi divinationem tibi esse concessero, quod numquam faciam, neminem tamen divinum reperire possimus. Qualis autem ista mens est deorum, si neque ea nobis significant in somnis quae ipsi per nos intellegamus, neque ea quorum interpretes habere possimus? Similes enim sunt dei, si ea nobis obiciunt, quorum nec scientiam neque explanatorem habeamus, tamquam si Poeni aut Hispani in senatu nostro loquerentur sine interprete.
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traduzione
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131 Attento, dunque: anche se un giorno ti avr? concesso che la divinazione esiste - ma non lo far? mai -, rischieremo di non trovare nessun vero indovino. Di che sorta ?, poi, codesta provvidenza degli d?i, dal momento che nei sogni non ci indicano n? cose che siamo capaci di comprendere da noi, n? cose per le quali possiamo ricorrere a un interprete degno di fede? Se gli d?i ci mettono innanzi dei segni dei quali non abbiamo n? conoscenza n? qualcuno che ce li spieghi, si comportano come cartaginesi o spagnoli i quali venissero a parlare nel nostro senato senza interprete.
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